Maison&Objet 2024: un sogno tecnologico nella natura

Gary Snider disse una volta: “La natura non è un posto da visitare. É casa nostra.” Parole perfettamente interpretate alla Maison&Objet di quest’anno, che ha celebrato il suo trentesimo anniversario non solo come una rappresentazione chiave del design, ma come un faro di innovazione e sostenibilità. Maison&Objet 2024

Sotto il tema “Tech Eden“, l’evento ha esplorato l’armoniosa fusione tra natura e tecnologia, trasformando il concetto del disegno d’arredo e decorazione d’interni in una sinfonia di eleganza primitiva e progresso tecnologico.

Il cuore pulsante di questa edizione è stato il dialogo tra il virtuale e il naturale, svelando non più un solo un esercizio estetico, ma un veicolo per una connessione più profonda con l’ambiente. Questo ha portato alla creazione di spazi che non solo rispettano il mondo, ma lo celebrano, abbracciando la biofilia e creando un’esperienza sensoriale che trascende il tradizionale concetto di arredamento.

Il Designer dell’Anno, Mathieu Lehanneur, ha incarnato perfettamente questo spirito. Conosciuto per il suo approccio multidisciplinare, Lehanneur ha presentato la sua nuova idea Outonomy, un’esplorazione futuristica dell’indipendenza e della libertà in sintonia con elementi naturali. Questo progetto si dimostra come una testimonianza dell’impegno verso un futuro in cui tecnologia ed Eden coesistono in perfetto equilibrio.

L’installazione è caratterizzata da un vivace colore giallo che simboleggia pura energia. Al suo centro, un sacco da boxe invita i visitatori a esprimere la propria lotta per la libertà, mentre accanto, si trova la poltrona Square Sun, dalle forme squadrate e moderne, e una scultura totemica che incorpora il purificatore Andrea, un sistema che utilizza piante vive per pulire l’aria.

Un altro aspetto fondamentale di Maison&Objet 2024 è stato il settore del retail, che ha evidenziato come il tema “Tech Eden” possa essere applicato nel commercio. Un esempio sono le meravigliose lampade a palma dal gusto retrò che troviamo presso Atelier 55 o i I tavolini Antre, creati da Romy Lesniowski per Les Marbrerie de la Seine, che evocano l’immagine di delicati funghi.

La fiera ha organizzato poi workshop e conferenze mettendo in luce le ultime tendenze come il minimalismo sostenibile, il brutalismo responsabile e la fluidità organica, mostrando un nuovo modo di vivere l’arte rispettando entrambi i mondi. 

Nell’esposizione, ogni dettaglio parlava di natura. Dalle sedute dalle forme irregolari ispirate agli elementi atmosferici, ogni cosa diventava parte dell’habitat di un giardino: una vera estensione dell’ambiente che ci circonda. I materiali utilizzati, come il rattan ecologico e le fibre vegetali, erano una dichiarazione di collaborazione e rispetto verso il creato floristico e faunistico.

Questo evento ha segnato un punto di svolta nell’ambito della decorazione, non è stata solo una fiera, ma un’esperienza immersiva che ha risvegliato una nuova consapevolezza sulla sostenibilità e sulla sua bellezza, mostrando al mondo come il futuro possa essere sia tecnologicamente avanzato sia profondamente connesso con la natura.

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